giovedì 18 ottobre 2007

Ricambio generazionale e merito: la svolta per lo sviluppo.

La tesi che spesso si riscontra nel dibattito politico-culturale di questi giorni è che la variabile età non conta, che sia necessario invece valorizzare esclusivamente le competenze e il merito. Ho personalmente la sensazione che si abbia quasi voglia di relegare nell’angolino la questione generazionale, che nel caso italiano ha un peso notevole e rappresenta un problema di urgente soluzione.
Vivo la politica con passione e impegno per costruire una società più civile, più equa, più rispondente ai bisogni della collettività. Sogno un Paese in cui si guardi con entusiasmo al futuro, in cui si possa permettere ad un sempre maggior numero di persone di vivere dignitosamente e secondo le proprie ambizioni. Un Paese che guardi allo sviluppo e non alla conservazione e alla staticità. Il vero ostacolo, infatti, è la staticità che una buona parte della classe dirigente porta con sè in tutte le decisioni. Il sistema Italia dovrebbe essere dinamico, solo in questo modo potremmo dare la possibilità a tanti giovani di proporsi per dare nuova linfa alla politica. Se questa classe politica rimane per decenni incollata alle proprie posizioni e alle proprie poltrone si blocca il rinnovamento del Paese e di conseguenza lo sviluppo. Solo dopo che il sistema permette a tutti e in particolare alle nuove leve di gareggiare, solo dopo possiamo parlare di merito e impostare la selezione su valori meritocratici.
Sono molto preoccupato del fatto che la popolazione stia invecchiando ( cosa di per sé positiva ) e che la parte under 30 diventa sempre più minoritaria. Il peso politico dei giovani è sempre più debole, nei prossimi decenni l’incidenza politica degli anziani sarà molto forte. Ma la responsabilità del welfare state e del suo mantenimento ricadrà soprattutto sulle nuove generazioni e su chi ora ha 30-40 anni. Mi chiedo a questo punto perché oggi chi è under 40 conti politicamente poco. A livello istituzionale l’età media supera abbondantemente i 50 anni. Queste persone che ricoprono grosse responsabilità di certo non attuano una politica rivolta ai giovani, basti vedere l’assenza di adeguate soluzioni legislative inerenti gli ammortizzatori sociali, i quali sono diventati necessari in un contesto in cui il mercato del lavoro è diventato molto più flessibile rispetto al passato. Il modello danese è un punto di riferimento e mi auguro che anche in Italia una proposta politica simile possa diventare realtà.
La prossima primavera vedrà soprattutto in Friuli Venezia Giulia una tornata elettorale molto ampia, che potrebbe completarsi con le eventuali elezioni politiche. E’ l’occasione per i giovani che amano questa nostra Regione, che vogliono costruire un futuro prospero per la propria terra, di impegnarsi attivamente per fare in modo che molti programmi delle liste che si presenteranno trattino concretamente le tematiche legale al mondo giovanile. Partendo dal mondo della formazione, fino a quello del lavoro e della qualità della vita. Prima di parlare di sinistra o destra, di coalizioni, di candidati, è meglio parlare dei problemi veri, quei problemi che la classe politica odierna, ormai autoreferenziale, si dimentica, spesso, di affrontare seriamente. L’opportunità esiste, mi auguro che molti giovani la colgano.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Non si può rispondere ad una domanda così importante in poco spazio, però posso tentare di contribuire a far capire che il vostro pensiero non dissocia dal nostro e a tal proposito, anche se un pò lungo inserisco quanto sotto, che è parte integrale del programma filosofico, politico, amministrativo e sociale del nostro partito UNIONE CONFERERALE REGIONALE.

Si sta sempre più generalizzando una società alla quale i partiti tradizionali e i movimenti politici, che fanno capo a singoli personaggi, non sono più in grado di proporre importanti riforme e grandi progetti sociali perché con il loro operato non sono più credibili, si limitano a scaramucce politiche il cui fine è la conta dei voti per mantenere o andare al potere. Partiti che elaborano simboli, formule di immagine e nomi nuovi per dare l’impressione al popolo del cambiamento mentre in effetti non è cambiato e non sta cambiando nulla, partiti che hanno rinnegato ideali e principi, battaglie storiche e sociali, giocando sulle divisioni ideologiche degli elettori al solo scopo di garantirsi il potere .
I partiti e i movimenti politici italiani anziché trovare giuste soluzioni ai problemi della gente e della società, persistono nella loro attività politica sempre più impegnati nelle formule di coalizioni e nelle strategie elettorali. Hanno così generato con la loro inefficienza politica lassista una società che, nella sua generalizzazione individualista e qualunquista si avvia a vivere senza il rispetto delle regole, una società svuotata dai valori fondamentali del vivere civile, che si sta avviando nel disordine sociale verso una deriva senza futuro.
La società postmoderna neocapitalista di oggi, costruita sul modello individualista, egoista, qualunquista, libertario, accentrata sul suo perverso meccanismo egoistico consumistico, socialmente inadeguato ed economicamente squilibrato non è in grado di dare risposte valide e risolutive alla sempre crescente preoccupazione di tanti e alla domanda di partecipazione popolare, di giustizia sociale, di una più equa distribuzione della ricchezza.
Il Partito Unione Confederale Regionale Si propone dunque come il punto di forza per l’elevazione culturale ed intellettuale della società nel diffondere un nuovo sistema di pensiero, che è la base fondamentale per la realizzazione di un nuovo e moderno sistema socio-politico-amminstrativo, un nuovo sistema sociale che noi definiamo “LA TERZA VIA”.
Il Partito Unione Confederale Regionale propugna, e si impegna nella sua battaglia politica per riformare un sistema politico-amministrativo- sociale che sia in grado di realizzare una più equa giustizia economica e sociale.
Promuove la partecipazione di tutti i cittadini per combattere i poteri forti e liberare le persone dalle ataviche paure culturali e dalla soggezione, originate da tutte le forme di incertezza e di coercizione economica, politica e religiosa, sviluppando nelle persone la concezione filosofica e ideologica di una società pluralista e socialmente equilibrata, oltre che il senso di responsabilità individuale e collettivo, la formazione culturale e civile della personalità umana.
Il Partito Unione Confederale Regionale si identifica nella gente e attua la sua politica trasversale a tutto campo attraverso un nuovo sistema di pensiero che si esprime in un nuovo modello di organizzazione sociale, civile, di governo e territoriale nazionale. Un sistema di pensiero che vada oltre l’individualismo e che trasformi la società post moderna e tecnologicamente avanzata in un modello socio-politico-amministrativo organizzato sul valore fondamentale della persona in quanto membro consapevole e responsabile di una superiore comunità che si muove nel mondo che la circonda guardando con occhio attento al futuro, dove la distribuzione delle risorse economiche premi l’impegno, il sacrificio del lavoro e la meritocrazia.
Il Partito Unione Confederale Regionale si batte per: l’attuazione di una vera politica sociale e amministrativa e di equità economica, che sia rivolta alle masse lavoratrici, ai veri pensionati, ai lavoratori dipendenti e autonomi, ai professionisti, alla piccola e media impresa, ai veri disoccupati, ai giovani in cerca di lavoro, alle categorie meno abbienti, alla famiglia, per l’assistenza sociale ai disabili e invalidi, per garantire il superamento di situazioni emarginanti e consentire la piena partecipazione delle persone alla vita sociale e lavorativa; per l’ordine, la sicurezza sociale e l’armoniosa convivenza civile, oltre che per l’integrazione degli immigrati nel rispetto dei nostri costumi sociali, delle nostre tradizioni culturali e della nostra storia.
Il Partito Unione Confederale Regionale è un Partito popolare che interpreta e fa proprie le istanze e gli interessi della società, per esprimerle come esigenze primarie e generali del Paese nella sua articolazione sociale pluralistica, capace di conciliare la libertà individuale del singolo cittadino con le superiori esigenze della collettività. Oltre a ciò il Partito si fa promotore e combatte per rimuovere gli ostacoli che ancora si frappongono al pieno sviluppo della personalità umana e per il raggiungimento della equità economica e giustizia sociale con iniziative e attività tendenti a valorizzare i diritti civili umani e le libertà fondamentali dell’individuo in riferimento ai programmi contenuti nella dichiarazione per la salvaguardia dei diritti umani delle libertà basilari approvate dal Consiglio d’Europa, ed alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo adottata e proclamata dall’Assemblea Federale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite 10 dicembre 1948, con particolare sensibilità e attenzione all’autodeterminazione dei popoli nelle loro identità etniche, regionali, culturali e sociali.
Il Partito Unione Confederale Regionale si impegna e opera per una innovazione tecnologica a misura d’uomo, che guardi sì al futuro, ma che non snaturi il nostro modo di vivere. Innovazione e sviluppo che garantiscano alla gioventù, pilastro del domani, occupazione e lavoro per un sereno e sicuro avvenire.
Il Partito Unione Confederale Regionale rivendica la propria essenziale natura di Partito social-popolare, democratico e repubblicano. Ripudia tutte le forme di regimi autoritari. Affonda le sue radici culturali, sociali e di pensiero nell’umanesimo social-democratico, basato sull’affermazione del superiore valore della dignità dell’uomo, della sua ragione e su una visione laica della società, riconoscendo la più ampia libertà di pensiero ai cittadini nel rispetto per le fedi religiose, purché queste non si ergano a sistemi di governo o che impongano dottrine massimaliste ed integraliste.
Il Partito Unione Confederale Regionale propugna la giustizia, la sicurezza e l’ordine sociale, il benessere e lo sviluppo economico, la libertà e i diritti umani, la democrazia compiuta e paritaria in una Europa Unita Confederale che, superando gli schemi di stati sciovinisti nazionalistici territoriali convenzionali valorizzi le autonomie delle Regioni Nazioni Confederate unite in una Confederazione, dove si realizzi una comunità democratica di popoli etnici liberi e autodeterminati.
Nella visione di una società più equa e giusta il Partito Unione Confederale Regionale si batte anche per la difesa e tutela dell’ambiente con la sensibilizzazione sociale al rispetto all’uso dell’ambiente e delle risorse naturali come bene di tutta l’umanità.

www.unioneconfederaleregionale.it

Anonimo ha detto...

E' vero, il problema non è solo la lontananza della gente dalla politica ma è la stessa politica che si sta chiudendo sempre più su se stessa.... Dopo più di dieci anni in cui le facce sono sempre le stesse è ora di cominciare a pensare proprio al ricambio generazionale e alla meritocrazia....

F.B.

Anonimo ha detto...

Una domanda.
Questo sito fa parte del partito
UNIONE CONFEDERALE REGIONALE?

Anonimo ha detto...

Il Blog penso non sia allineato a nessun partito, NON è organismo del partito Unione Confederale Regionale, che ha un suo sito www.unioneconfederaleregionale.it Questo è un Blog libero dove ogni cittadino o rappresentante di un partito o movimento politico o associazione culturale, ecc. può esprimere le proprie idee e confrontarle con altre persone. I nostri interventi sono firmati come Unione Confederale Regionale in quanto i contenuti degli stessi sono l'espressione filosofica, ideologica e politica dello stesso partito U.C.R.
Mio dovere precisare per evitare etichette partitiche a questa meritevole iniziativa di confronto.

Bruno Peres Segretario
del partito Unione Confederale Regionale.

P.S. se altre persone che qui intervengono mi segnalano i loro siti dai contenuti politici, saremmo contenti di aprire un dialogo. Comunque mai fermarsi alle formalità, andare avanti e cercare le risposte più soddisfacenti sempre.

Anonimo ha detto...

Mi scusi sig. Peres, ma Lei cambia sigla al suo partito ogni quanti giorni?
Le sigle dei partiti non sono esattamente delle mutande.